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Beni storico-culturali:
• Sito archeologico presso la località Le Morre (tarda età della pietra/prima età del bronzo).• Rocca medioevale.• Sculture su pareti rocciose dislocate in vari punti del paese.• Scalinata degli artisti.• Roccia della Pace.• Bassorilievo in ceramica presso piazza Umberto I.• Toponomastica stradale in ceramica e affresco.• Pannelli presso piazza Umberto I.• Chiesa di Maria SS.della Visitazione (XV secolo).• Chiesa di S.Maria della Portella, situata alle porte del paese.• Chiese di S.Rocco e di S.Emidio.
...I Nuovi Primitivi... ...Museo della Montagna D'Europa per la Pace nel Mondo attraverso l'Arte... ..."Il Nuovo Icaro" di Vincenzo Bianchi......dedicato a Albert Einstein... Monumenti di Vincenzo Bianchi ...Ex libro Pacis il sogno della pietra......Il giardino degli artisti......La scalinata degli artisti......Il monumento alla resistenza......La scalinata dell'infinito dedicata a Giacomo Leopardi...
“Cervara di Roma/vive sola, scolpita in cima/ a una montagna di pietra./E’ una scultura nel cielo,/che al cielo volerebbe/se l’aria la sostenesse.
I versi di Rafael Alberti, descrivono Cervara di Roma come in un quadro.
CERVARA nel turismo
Sono due le strade che consentono di raggiungere Cervara di Roma. Entrambe costruite tra il 1950 ed il '60, esse si snodano in un regolare pendio attraverso la fitta vegetazione del Parco dei Monti Simbruini da una parte e l'incantevole scenario della valle dell’Aniene dall'altra. La prima inizia da Arsoli, appena fuori di quel paese che ha nei severi bastioni del castello dei Principi Massimo il suo simbolo. Dopo una breve discesa, il nastro d'asfalto comincia a salire in un succedersi di curve che rende quanto mai imprevedibile e proprio per questo ancora più affascinante lo spettacolo della natura che via via appare agli occhi del turista. Ma anche la visione offerta dai tanti comuni che uno dopo l'altro si susseguono lungo il crinale dei monti Ruffi prima e di quelli Prenestini ed Affilani poi, non è di quelle che si dimenticano facilmente. Si è immersi in uno scenario di incomparabile bellezza, di suggeche conservano ancora il piacere delle cose antiche, di occache inducono alla sosta: il pascolo di un gregge, il lavoro del contadino che si ostina a rendere fertile un fazzoletto di terra costiper lo più da sassi, gruppi di buoi e di cavalli alla costante ridi ciuffi d'erba. Ed ogni tanto ecco piccoli ruscelli d'acqua, casolari di montagna, ma anche moderni edifici di un villaggio inserito piacevolmente nell'ambiente.Occorre superare abbondantemente la metà del percorso di quasi 15 chilometri che da Arsoli porta a Cervara per cominciare ad assalo spettacolo offerto da questo gruppo di case costruito a 1050 metri di altitudine. Poi oltrepassata l'ennesima curva, appare la sommità dell'antica Rocca, cui man mano fa seguito il resto del paese, caratterizzato in questo versante da una parete di roccia su cui poggiano gruppi di case. E' l'antico Borgo di Cervara, da dove lo sguardo spazia fino ai monti della Sabina, ed al quale si accede dalla piazza dove termina sia la strada proveniente da Arsoli sia l'altra: quella che inizia a Subiaco. Da questa parte la situazione ambientale si inverte completala natura sembra essere meno selvaggia, grazie ad una raziocoltivazione dei campi, alla presenza di numerosi insediamenti ed alle conseguenti opere di urbanizzazione. Già quando si arriva a "La Maddalena", che fu in passato luogo di riposo e di ispirazione per numerosi pittori italiani e stranieri, sembra di avere Cervara quasi a portata di mano. E dalla sensazione alla realtà il passo è breve, perché dopo i poco più di 100 metri di una galleria, ecco apCervara simile ad "una scultura nel cielo, che al cielo volerebbe se l'aria la sostenesse" (Raphael Alberti).Non più pareti di roccia a strapiombo, ma dallo stesso punto di ardell'arteria "arsolana", il paese appare di una bellezza ed origià diverse, con le case costruite in modo da sembrare, specie di notte, un vero e proprio presepe, con scalinate più o meno ripide che penetrano in ogni angolo lasciato libero, con la facciata della chiesa e dell'antico campanile quasi a protezione di quanti vivono d’intorno. "Non so se fino a te si spingono le rondini d'estate" ha scritto ancora di Cervara Raphael Alberti. "Lo chiedo nella valle - continua - nessuno me lo dice. Sei così alta!" E pensare che prima della costruzione di queste due strade, Cervara era raggiungibile solo a dorso di mulo attraverso ripidi sendi montagna che si inerpicavano dall'uno e dall'altro versante lungo percorsi segnati da coloro che, per motivi diversi, dovevano recarsi a Subiaco, Arsoli ed oltre. Mancavano dunque collegamenti, ma non la fama e la bellezza, tanto che nonostante obiettive diffià, furono ugualmente numerosi gli artisti ed uomini di cultura che durante il secolo scorso vollero conoscere il paese, i suoi abile sue caratteristiche. Dai loro seppure brevi soggiorni a Cervara, nacquero poi opere che hanno segnato la storia dell'arte, della letteratura e del pensiero. E la tradizione è rimasta, perché sono sempre molti coloro che in ogni periodo dell'anno salgono fin lassù, per lasciare una testimonianza di affetto.
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